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Il caso "Edilizia Facile" a Capoliveri: 24 imputati alla prima udienza preliminare davanti al GIP

Scritto da  ER Giovedì, 16 Ottobre 2025 10:20

Si è aperto ieri, martedì 14 ottobre, davanti al Tribunale di Livorno, il procedimento penale legato alla vicenda dei presunti abusi edilizi e dei “permessi facili” a Capoliveri. Il caso coinvolge 24 persone, tra amministratori, tecnici e privati cittadini, accusati a vario titolo di aver partecipato a pratiche irregolari nel rilascio di autorizzazioni edilizie.

Tra gli imputati figura anche l’ex vicesindaco di Capoliveri, Leonardo Cardelli, oggi presidente del consiglio comunale, insieme a funzionari dell’ente, professionisti del settore e alcuni proprietari di immobili.

 

Nel corso della prima udienza, il giudice ha avviato le procedure preliminari per la messa a punto del processo, affrontando anche questioni di carattere tecnico. È emersa la necessità di risolvere alcuni problemi legati alle notifiche degli atti giudiziari. Di conseguenza, ha disposto un rinvio, aggiornando l’udienza al prossimo 10 febbraio. Sarà in quella data che il GUP deciderà se i 24 imputati dovranno affrontare il dibattimento o se verrà pronunciata una sentenza di non luogo a procedere.

 

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Massimo Mannucci, si era chiusa lo scorso luglio con l’avviso di conclusione delle indagini. Le verifiche, portate avanti dai militari della Guardia di Finanza di Portoferraio e dal comando provinciale, avevano portato nella primavera del 2024 a perquisizioni e sequestri di immobili in diverse località del territorio comunale, tra cui Barabarca, Zuccale, Lido di Capoliveri e Gualdo.

 

Tra i reati contestati nell’inchiesta capoliverese, il più grave è quello di corruzione. A essere imputati, oltre all’ex vicesindaco Leonardo Cardelli, ci sono Luigi Borriello dipendente dell’Ufficio del Catasto di Livorno, il geometra piombinese Luca Rocchiccioli e l’imprenditore lombardo Marco Marzorati.
Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, Borriello avrebbe agito oltre i propri compiti istituzionali nella gestione di due pratiche edilizie, compiendo atti contrari ai doveri d’ufficio. In cambio, sempre secondo l’accusa, avrebbe ricevuto una somma di 500 euro in contanti dal geometra Rocchiccioli.
Nel corso dell’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, avvenuto circa un anno fa, Borriello aveva però respinto ogni addebito, sostenendo di non aver mai alterato o cancellato particelle catastali per favorire terzi e di non aver avuto alcun coinvolgimento in episodi di corruzione.

 

Un importante capitolo dell’inchiesta riguarda i presunti abusi edilizi compiuti nel territorio di Capoliveri. Tra gli imputati figurano Gemma Lavorgna, residente a Capoliveri e committente di un intervento edilizio, l’ingegnere Federico Brugioni, responsabile dell’Ufficio Edilizia Privata del Comune, e Roberto Eugeni, anch’egli committente di lavori.

Sono coinvolti inoltre la progettista Giselda Maria Perego, l’ex sindaco e medico Paolo Ballerini — accusato in relazione a un intervento su un proprio immobile situato sulla spiaggia di Zuccale — il committente Raimund Kober, il progettista capoliverese Stefano Squarci e i committenti Lio Baldoni e Maria Lorena Carmignani. Nella lista compaiono anche l’architetto Marco Cardenti, Luca Armenia, il geometra Giuseppe Linguanti e Gian Francesco Ballerini, indicato come committente di lavori edilizi.

Nel corso delle indagini, con l’accusa di aver eseguito lavori edilizi in assenza delle necessarie autorizzazioni, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Walter Grassi, progettista e committente di un intervento a Lido di Capoliveri, l’ex responsabile dell’area tecnica comunale Vincenzo Rabbiolo, i cittadini tedeschi Christoph Benjamin Weltz e Stefan Michel Leberfinger, committenti di una ristrutturazione a Barabarca, la committente Agnese Corsetti per un cantiere in località Gualdo, e il geometra Davide Luperini.

 

L’indagine coinvolge anche l’agente della Polizia Municipale di Capoliveri Francesco Arduini, accusato di falsità ideologica in atto pubblico. Secondo il PM, Arduini avrebbe redatto nel 2023 un verbale che attestava l’avvenuta esecuzione di un’ordinanza di demolizione, mentre in realtà la struttura in muratura oggetto del provvedimento non sarebbe mai stata rimossa.

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Ultima modifica il Giovedì, 16 Ottobre 2025 10:21